

Il 13 Settembre saremo a Napoli rispondendo all’appello lanciato dai disoccupati organizzati.
Ci saremo per portare solidarietà e sostegno ad una lotta che da oltre 10 anni è un punto di riferimento per centinaia e centinaia di proletari napoletani ed è riuscita a mantenere una propria prospettiva autonoma rispetto al sistema degli interessi di potere, legali ed extralegali.
Ci saremo perché questa lotta ha un valore che va ben oltre la vertenza che questo corteo deve aiutare ad andare verso una chiusura positiva.
Quante volte abbiamo sentito parlare di “divario tra Nord e Sud”?
Quante altre abbiamo sentito dire “Europa a due velocità”?
Ogni volta a dircelo sono i padroni e lo fanno in senso reazionario, per giustificare un’ulteriore stretta sulla spesa pubblica e il continuo furto di risorse del Nord contro il Sud, del centro ai danni della periferia.
Il capitale non risolverà mai questa contraddizione. Anzi, la vuole, la incentiva e ne trae beneficio.
Le zone a “sviluppo diseguale” servono per allargare la platea dei disoccupati che è necessaria per esercitare una pressione sui salari verso il basso, per spingere all’emigrazione e quindi aumentare quella pressione anche nelle zone più industrializzate.
Questo meccanismo, viceversa, spinge però anche alla delocalizzazione e quindi a spostare la produzione dal centro alla periferia alla ricerca di mano d’opera “a buon mercato”.
Infine è utile per rendere strutturale il lavoro nero e sacche di economia extralegale dove riciclare capitali e ipersfruttare lavoratori al di fuori di ogni mediazione o patto sociale.
Questo è meccanismo del sistema della guerra.
È il meccanismo che serve la retorica nazionalista del “prima il Nord” che, ad uso e consumo elettorale, si trasforma in “prima gli italiani”.
È il meccanismo che sposta lo scontro ai “piani bassi” della società per cui il lavoratore è portato a pensare che il nemico sia il disoccupato, il percettore del reddito di cittadinanza o l’immigrato.
La lotta dei disoccupati organizzati è sabbia in questi ingranaggi.
Rompe la logica della concorrenza tra proletari.
Riporta il terreno dello scontro su un piano verticale: “noi”, lavoratori occupati e inoccupati, contro di “loro”, la classe dominante.
Ricompone le classi subalterne sul terreno della lotta e del mutuo soccorso.
Questa è anche la ragione per cui la repressione ha colpito più volte quel movimento che oggi, tra le altre, è stato messo alla sbarra con l’accusa di essere un’associazione a delinquere.
Andiamo a Napoli per manifestare il nostro sostegno e la nostra solidarietà.
Ci andiamo però anche con la convinzione che quella lotta sia importante per tutti i lavoratori e le lavoratrici contro il furto del salario.
Quel furto avviene in due momenti.
Una è la parte di salario “contabilizzata” in busta paga, che prende il nome di “trattenute”, che ci dovrebbe tornare indietro in scuole, sanità, servizi e strutture a scopo sociale, ma viene dirottata su altri obiettivi, primo fra tutti il riarmo e la guerra.
L’altra è la parte di salario che neanche vediamo, che prende il nome di “profitto” e che finisce ad ingrossare il portafogli dei nostri sfruttatori.
Questo fanno “loro”: socializzano le perdite e privatizzano i profitti.
Questo facciamo “noi”: solidarizzare nelle lotte perché il prezzo lo paghino loro!
SABATO 13 SETTEMBRE TUTTE E TUTTI A NAPOLI, CONTRO LA GUERRA E IL RIARMO
ABBATTIAMO LA SPESA MILITARE, ALZIAMO LA SPESA SOCIALE
Per info e prenotazioni 353 461 8020