
La CGIL lancia una mobilitazione con sciopero di 4 ore, che potrebbero estendersi all’intera giornata per iniziativa dei livelli territoriali, per Venerdì 19 Settembre.
Lo fa rispetto a quanto sta accadendo in queste ore a Gaza.
Quindi la CGIL, contrariamente a quanto ha sempre sostenuto, lancia uno SCIOPERO POLITICO.
È uno sciopero politico perché va oltre le rivendicazioni contrattuali e questo potrebbe essere un dato positivo. Non è così.
Soprattutto è uno sciopero politico per ragioni ben più complesse.
La CGIL lancia lo sciopero di Venerdì 19 Settembre per anticipare e depotenziare lo sciopero del 22 Settembre lanciato da USB e da tutto il sindacalismo di base.
Lo fa al prezzo di lasciarsi dietro chi lavora nel settore pubblico che per la legge 146 – voluta e sostenuta dalla stessa CGIL – non potrà scioperare Venerdì. Potrà farlo però Lunedì.
La CGIL fa questa mossa per creare confusione, dividere e passare al recupero politico.
Questa mossa è in opposizione rispetto a quel processo, che si sta comunque determinando, che ha preso spinta grazie all’azione del CALP ed è stato legittimato dall’assemblea nazionale che pochi giorni fa è stata organizzata a Genova.
È uno sciopero politico di recupero perché la base della CGIL non travalichi lo steccato sindacale oltre la propria organizzazione.
È uno sciopero politico che riporta la solidarietà con la Palestina su un terreno di compatibilità al servizio dell’opportunismo elettorale della sinistra parlamentare.
È uno sciopero politico lanciato con il fine di indebolire la pratica del “blocco” per riportare la lotta su un terreno di mera testimonianza.
È uno sciopero politico che ripropone la logica del riconoscimento dello Stato di Palestina in cambio del disarmo della Resistenza: alla faccia dell’autodeterminazione dei popoli e della legittimità della Resistenza contro il colonialismo!
Lavorare per la riuscita dello sciopero del 19 vuol dire lavorare in questa direzione, quindi contro il processo che lo sciopero del 22 sta innescando.
Rimanere nell’ambiguità è ugualmente dannoso.
Per quanto ci riguarda le piazze del 19 Settembre non vanno rilanciate.
Altro sarebbe semmai portarvi elementi di rottura e critica rispetto alle mire della burocrazia sindacale e incidere perché lo sciopero del 22 Settembre e le sue parole d’ordine abbiano una loro eco anche in quel contesto.