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Terza assemblea nazionale Liberi/e di Lottare – Fermiamo il DDL 1660

Firenze, Centro Popolare Autogestito via Villamagna 27a, quartiere Gavinana,
Sabato 11 Gennaio a partire dalle ore 10.00

  • A partire dalle 10.00 e fino alle 13.30 Assemblea aperta alla quale invitiamo ad intervenire chiunque voglia portare un contributo alla discussione tanto sul DDL 1660 quanto sulle questioni più generali con cui il DDL sicurezza si intreccia.
  • Alle 14.00 Pranzo.
  • A partire dalle 15.00 e fino alle 18.30 L’assemblea sarà invece un momento di confronto interno tra le realtà aderenti alla Rete “Liberi/e di Lottare” per meglio strutturarla e elaborare una proposta di rilancio della mobilitazione verso il giorno in cui verrà calendarizzato il voto in Senato e oltre.
  • Alle 20.30 Cena popolare.
  • Alle 22.30 Concerto.

Il ricavato della serata andrà a sostegno delle prossime iniziative della Rete “Liberi/e di Lottare” e in solidarietà con il compagno Gino, antifascista arrestato a Parigi e su cui pende una richiesta di estradizione verso l’Ungheria.

Sono passati alcuni mesi da quando è nata la Rete “Libere/i di lottare – Fermiamo il DDL 1660”: sin dalla sua nascita, l’obiettivo principale è stato provare a mettere in luce la natura e il posto che questo nuovo pacchetto sicurezza ha nella politica del governo Meloni, e il contributo essenziale che dà all’istituzione di un vero e proprio stato di polizia e di guerra. Il cammino della Rete è iniziato quando i tempi di approvazione del nuovo disegno legge sulla sicurezza parevano marciare a tappe forzate, mentre l’opposizione ad esso sembrava che non avrebbe avuto né tempo né modo di uscire dai circuiti militanti. I tempi di approvazione del DDL, invece, si sono prolungati e le iniziative contro di esso si sono moltiplicate.
Con l’assemblea nazionale, che si terrà l’11 Gennaio a Firenze, vogliamo rilanciare la necessità di rafforzare e proseguire la battaglia contro il DDL1660 (ora DDL 1236 nel suo iter di approvazione al senato). Lo facciamo, insieme a chiunque vorrò stare dentro questa battaglia attorno a queste tre sole e imprescindibili discriminanti, poste sin dall’inizio del percorso ed alla base del manifesto iniziale:

  • Essere per il totale rigetto del DDL, che non è riformabile né emendabile;
  • Essere in modo inequivoco contro le guerre in corso e l’economia di guerra, da cui il DDL nasce;
  • Impegnare le proprie forze per lo sviluppo di una mobilitazione unitaria, con il ricorso a tutti i mezzi di lotta necessari, inclusi quelli che il DDL vuole a tutti i costi interdire.

In questi mesi, all’interno della Rete, abbiamo assistito ad un positivo dialogo tra movimenti ed esperienze che negli anni passati non si sono incrociate, pur cadendo tutte, in una forma o nell’altra, sotto i colpi di magistratura, polizia e carabinieri. Pensiamo sia fondamentale perseguire l’obiettivo di sviluppare una mobilitazione unitaria e coinvolgere, su queste basi, un’area della società molto più ampia di quella abitualmente coinvolta nelle proteste e nelle lotte, composta di lavoratori/lavoratrici, disoccupati/e, studenti/studentesse e persone comuni che forse intuiscono i pericoli da noi denunciati, ma ancora non si sono mosse.

A distanza di circa sei mesi dalla nascita della rete, constatiamo con soddisfazione che il silenzio intorno al DDL Piantedosi-Nordio-Crosetto è stato rotto, con i fatti e nella agitazione. Convintamente abbiamo attivato questo processo che ha visto numerosi momenti importanti: il 5 Ottobre a Roma con la grande manifestazione indetta da GPI e Udap, passando per le due giornate di sciopero e manifestazione a Roma indette dal Si Cobas, la manifestazione del 28 Ottobre a Napoli per l’avvio del maxi-processo contro 43 disoccupate/i del Movimento 7 Novembre e solidali, le due grandi giornate di lotta contro guerre e genocidio, DDL 1660 e governo Meloni, quelle del 29-30 Novembre con lo sciopero del sindacalismo di base e la seguente manifestazione a Roma.

Non solo manifestazioni e mobilitazioni: in questi mesi la Rete “Libere/i di Lottare” ha svolto iniziative di denuncia e di sostegno a diversi militanti, palestinesi e italiani, arrestati o perseguiti, e ha alzato il velo su un altro DDL (il 1004) pronto ad essere messo in moto dalle destre contro comportamenti “anti-semiti”, così da colpire in modo ancora più pesante le iniziative per il popolo e la resistenza palestinese, e su cui vige il silenzio generale. In molte città, dal Nord al Sud, si sono svolti presidi, assemblee, convegni, giornate di studio, cortei che si sono richiamati alla piattaforma di lotta della Rete “Libere/i di Lottare”, mentre la nostra attività ha trovato un’eco solidale in una serie di paesi europei (Germania, Svizzera, Francia, Regno Unito) ed extra-europei (Argentina).

Nel frattempo, mentre il nostro percorso si consolidava a livello territoriale, sono state lanciate altre mobilitazioni nelle quali siamo stati presenti con nostre parole d’ordine. Il 14 Dicembre, ad esempio, una manifestazione molto partecipata ha amplificato la denuncia contro il DDL e messo in luce che esiste oggi in Italia (non c’era al Giugno scorso) un contesto potenzialmente di massa che si sta ponendo il problema del salto di qualità della repressione statale. Questo allargamento, che ha coinvolto anche settori di classe operaia della CGIL e settori del movimento studentesco è sicuramente positivo: abbiamo deciso di essere a Roma quel giorno per rivolgerci ai/alle partecipanti al corteo con l’invito ad afferrare il nesso strettissimo – troppo spesso assente o taciuto in molte delle iniziative cui abbiamo deciso di interfacciarci come Rete- tra la macchina repressiva che governo, Parlamento e Quirinale stanno apprestando, e la guerra e l’economia di guerra. Per quanto ci riguarda, non si può scindere l’iniziativa contro il DDL-sicurezza né dalla guerra e dalla economia di guerra da cui esso, evidentemente, nasce, ed a cui serve, tantomeno dalla necessità di praticare solidarietà nei confronti di chi – lavoratori e lavoratrici della logistica, attivisti/e per il clima, solidali con la resistenza palestinese, studenti e studentesse in lotta- ha affrontato la repressione che ha anticipato l’entrata in vigore del nuovo pacchetto sicurezza.

Siamo ben consapevoli che questo disegno di legge liberticida e da stato di polizia vada fermato ma non è possibile consegnare questo compito alla opposizione parlamentare di chi, dentro i recinti elettorali e della “difesa della Costituzione”, non ha mosso un dito fino ad ora dinanzi alla escalation repressiva in atto, opponendo anche timidissime rimostranze nel momento in cui il DDL sicurezza veniva approvato alla Camera alla fine di Settembre; nel corso degli anni, ha ideato e contribuito alla nascita dei decreti Minniti e Salvini o altri provvedimenti che hanno ingabbiato e regolamentato il diritto di sciopero e la stessa rappresentanza dei lavoratori; continua a sostenere fanaticamente la guerra tra NATO e Russia in Ucraina; non ha alzato un dito contro il genocidio in Palestina perché da sempre schierate a favore dell’oppressione coloniale e razzista del sionismo contro le masse palestinesi. Non è possibile relegare la battaglia contro il disegno legge sulla sicurezza a chi è complice, da decenni, della trasformazione autoritaria e totalitaria della democrazia, e delle politiche belliciste che la alimentano oggi più che mai in una fase storica di accelerazione della corsa alla guerra di cui il governo Meloni si sta facendo interprete.

Una serie di fattori ha fatto sì che l’approvazione del DDL 1236, invece che avvenire a strettissimo giro, si sia prolungata, ed è possibile che le manovre dell’opposizione, e forse dello stesso Quirinale, per emendarlo dalle misure più estreme e provocatorie, e renderlo più accettabile, prolunghino ulteriormente i tempi di approvazione. Probabilmente abbiamo un altro spazio di tempo per rilanciare la nostra attività di agitazione.

Con la Terza Assemblea della Rete “Libere/i di Lottare” chiediamo un nuovo impegno a tutte le strutture del sindacalismo di base, ed anche a quei lavoratori e a quelle lavoratrici interni/e alle strutture confederali che sentono davvero l’esigenza di battersi contro i signori dello sfruttamento e della guerra, affinché siano nelle prossime settimane protagonisti di un deciso, coordinato rilancio delle lotte. Un fronte unico degli sfruttati e delle sfruttate che unisca: il movimento di solidarietà con il popolo e la resistenza palestinese; i movimenti di lotta territoriali, ecologisti, femministi; i lavoratori e le lavoratrici, i disoccupati e le disoccupate in lotta; le ricercatrici e le dottorande che si stanno mobilitando nelle università contro il DDL Bernini; il movimento studentesco e i/le giovani sempre più protagonisti/e e determinati/e a cambiare le cose che non vanno; gli/le attivisti che si battono al fianco degli immigrati e delle immigrate o delle persone detenute e delle loro famiglie. Pensiamo che serva l’impegno collettivo di tutti e di tutte a convergere in uno sforzo unitario di mobilitazione contro il DDL ex- 1660, contro il genocidio in Palestina, l’escalation della guerra imperialista come in suolo ucraino tra NATO e Russia, la corsa al riarmo e l’economia di guerra, consapevoli che il nostro compito principale è quello di combattere – nel blocco all’interno del quale siamo posizionati – le logiche di guerra e l’imperialismo di “casa nostra”, contro il governo Meloni e le sue politiche di sfruttamento, contro ogni forma di marginalità, sopruso, ingiustizia sociale.

Rete Libere/i di Lottare contro il DDL 1660