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I monumenti partigiani non sono a disposizione della propaganda di guerra

Nicolai Bujanov, Ivan Jegorov, Surten Kirikolzia. Sono i nomi dei militari sovietici che hanno combattuto nelle fila della Resistenza e sono morti combattendo il nemico nazifascista.
Arrivarono in Italia come prigionieri di guerra dell’esercito nazista. Avrebbero dovuto combattere contro la Resistenza ma disertarono, riuscendo a scappare, e si unirono alla Brigata Sinigaglia.

In occasione del 25 Aprile l’Associazione Ucraina Firenze “Lilea” Onlus ha deposto un fiore con i colori della bandiera ucraina nei luoghi dove sono ricordati Nicolai Bujanov e Ivan Jegorov, da Cavriglia fino a piazza Elia Dalla Costa.
Vorremmo ricordare come, proprio quest’associazione, nelle settimane passate avesse omaggiato soldati ucraini nazifascisti.
La Firenze Antifascista in merito a quest’iniziativa vuole lanciare un messaggio forte e chiaro: i monumenti della Resistenza e la memoria partigiana non sono a disposizione della propaganda di guerra e nazionalista.

Siamo davanti ad un’operazione attraverso cui si vorrebbe legittimare l’invio di armi all’Ucraina facendo corrispondere l’esercito di Kiev alle Brigate partigiane. Niente di più falso e subdolo.
Nicolai Bujanov, Ivan Jegorov, Surten Kirikolzia indossavano il nastro di San Giorgio e lottavano contro il nazifascismo.
Erano militari dell’Armata Rossa e combatterono l’esercito nazista e sui collaborazionisti a partire da Bandera, a cui l’Ucraina oggi dedica monumenti abbattendo invece i simboli dell’Unione Sovietica.
Nicolai Bujanov, Ivan Jegorov e Surten Kirikolzia combatterono la guerra da internazionalisti.

La guerra scatenata da Kiev non ha niente a che vedere con tutto ciò.
Il regime golpista di Kiev, dopo aver preso il potere finanziando e addestrando i battaglioni nazifascisti, ha occupato militarmente il Donbass vietando la lingua e l’espressione della cultura russa.
Se Nicolai Bujanov, Ivan Jegorov e Surten Kirikolzia si fossero trovati ad Odessa il 2 Maggio 2014 i nazionalisti ucraini li avrebbero bruciati vivi dentro la Casa dei Sindacati.

Anche per questo il 9 Maggio per noi è il Giorno della Vittoria, simbolo della capitolazione del nazismo e del prezzo pagato da milioni di combattenti e civili per fermarne l’avanzata.
Non è dello stesso avviso Zelensky che sta lanciando minacce e anatemi contro tutti coloro che parteciperanno alla marcia in programma a Mosca per Venerdì prossimo.
Non è dello stesso avviso l’UE che il 9 Maggio “festeggia” la Giornata dell’Europa, quella che ha formalmente equiparato nazifascismo e comunismo.
All’inizio del ‘900 qualcuno disse: “sotto il capitalismo l’unione degli stati europei sarà impossibile o sarà reazionaria”.
L’Unione Europea è esattamente questo: riarmo, guerra, politiche di austerità e antipopolari.
L’Ucraina oggi, pur non facendone parte, è invece considerata la sua trincea.

Il problema non è essere ucraini o meno.
Il problema è sostenere un regime di stampo reazionario che recluta e arma ancora oggi soldati nazifascisti. Che rastrella le vie del centro di Kiev per arruolare forzatamente ragazzi che o muoiono al fronte oppure a decine di migliaia disertano e fuggono.
Il problema è riscrivere la storia dei partigiani sovietici piegandola a questa logica guerrafondaia.

Il problema non si risolve con un comunicato o un’iniziativa, ma scrivere e “fare” è comunque parte della soluzione.
Per questo, prossimamente, saremo in piazza Elia Dalla Costa per rendere omaggio ai partigiani e pulire dal fango che gli è stato gettato addosso.
Segnatevelo e siate presenti…

NON PASSERANNO!
NO AL FASCISMO!

Firenze Antifascista