Solidarietà ai compagni
e alle compagne di Torino

15442205_1346306968726864_8347113479706700258_n

Al fianco di chi resiste alla repressione violando le misure cautelari!

Martedì 29 novembre, diverse abitazioni di compagn*, e la storica occupazione dell’Asilo Occupato, sono state perquisite dalla questura torinese. La motivazione era la notifica dell’ennesimo provvedimento repressivo nei confronti di chi lotta nella città sabauda, ai danni in questo caso di 13 compagne e compagni indagati e accusati di resistenza e violenza a pubblico ufficiale. Quattro di loro vengono trasferiti al carcere delle Vallette mentre per gli altri 9 viene predisposto l’obbligo di dimora fuori dal Comune di Torino.
Il PM Padalino, esponente di spicco di quei “PM con l’elemetto” che sul tentativo di criminalizzare e reprimere il movimento popolare in Valsusa e colpire le esperienze di lotta a Torino stanno costruendo la loro carriera, accusa i/le compagn* di aver partecipato ad un picchetto che impedì l’ennesimo sfratto per morosità nei confronti di una famiglia in difficoltà.
Le misure cautelari vengono ancora una volta disposte nei confronti di chi decide di non chinare le testa e si organizza nei quartieri in percorsi di solidarietà, mutuo appoggio e resistenza. Dove non arriva la propaganda sulla “riqualificazione” dei quartieri popolari, l’obbedienza alla legge della gentrificazione di intere aree delle città, la pratica di affitti sempre più cari e a salari sempre più bassi, arriva la repressione con le sue numerose armi: arresti, misure restrittive, fogli di via, divieti di dimora, sorveglianze speciali. L’utilizzo del reato di violenza o resistenza a pubblico ufficiale diviene poi in questi casi un utile espediente per portare a termine inchieste e operazioni, e con l’esternalizzazione dei servizi o la cooptazione di altri corpi non propriamente repressivi, diventa onnipresente e ben funzionale a creare montature e aggravare le accuse.

A partire dalla primavera scorsa proprio a Torino i compagni stanno tentando di trasformare la repressione in un terreno di lotta, violando pubblicamente le misure cautelari e rilanciando con ancora più determinazione e partecipazione quei percorsi che questura e procura volevano fermare e dividere.
Una pratica che ha trovato terreno fertile a partire dalla ValSusa, dove da quest’estate, in tanti e tante hanno pubblicamente deciso di resistere alle misure imposte e il Movimento tutto si è stretto al loro fianco, con evidente fastidio per giudici, PM e poliziotti. Il caso di Nicoletta, che da oltre 6 mesi vìola gli arresti domiciliari, ne è l’esempio lampante, ma non l’unico. Una pratica resa possibile dalla solidarietà attiva di tutta la Valle, mirata a denunciare l’accanimento e la repressione nei confronti di chi lotta, dentro e fuori i confini della Valle. Così è stato anche per i/le compagn* internazionalist*, colpiti sempre a Torino da misure cautelari per aver denunciato gli abusi del regime turco manifestando la propria solidarietà a chi lotta in Turchia e in Kurdistan di fronte agli uffici della Turkish Airlines.
Una pratica che si diffonde e si radica, che risponde alla repressione con la solidarietà, e che vede la solidarietà stessa come parte integrante della lotta, direttamente contrapposta ai tentativi di intimidazione, divisione e isolamento che il meccanismo repressivo mira ad innescare.

Dopo le numerosissime iniziative di solidarietà che sono seguite alla prima operazione repressiva con presidi sotto il carcere, cortei nei quartieri, picchetti e assemblee pubbliche, ieri mattina è arrivata la risposta del Gip e del PM, con la notifica dell’aggravamento delle misure cautelari, gli arresti e i domiciliari, ai/alle compagn* impegnat* nella resistenza agli sfratti. Nella giornata di oggi il riesame giudicherà le posizioni dei singoli imputati.
Come sempre Invitiamo a scrivere lettere ai compagn* in carcere e ai domiciliari. Altri due imputati sono al momento irreperibili, a loro naturalmente auguriamo buon vento in poppa!
Solidarietà da Firenze a chi è colpito dalla repressione, a Torino come in ValSusa,a chi resiste continuando a lottare violando le misure cautelari, a chi si organizza per estendere solidarietà rilanciando le lotte!

I compagni e le compagne del CPA Fi-Sud

I commenti sono chiusi.