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Sabato 8 febbraio
Serata benefit BSA

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SERATA BENEFIT BSA /LAMPEDUSA RESISTE

Sul palco per la serata due ospiti speciali che ci presenteranno i loro nuovi dischi
ZULU 99 Posse Official + Banda POPolare dell’Emilia Rossa che presenterà il nuovo disco “La Goccia e la Tempesta”

ORE 21:00 CENA POPOLARE
ORE 22:00 INTERVENTO in DIRETTA da LAMPEDUSA
ORE 22:30 INIZIO CONCERTI

A seguito della collaborazione tra le BRIGATE SOLIDARIETA’ ATTIVA e il collettivo “Askavusa” di Lampedusa, collaborazione iniziata durante le “emergenze” del 2011 e poi proseguita, più recentemente, attraverso il progetto LampedusaResiste, abbiamo potuto conoscere da vicino la realtà dell’isola di Lampedusa.

La strada percorsa insieme ci ha permesso di entrare in contatto con un territorio le cui contraddizioni e bisogni negati sono costantemente ignorati dalla sovraesposizione mediatica di cui l’isola di Lampedusa è ormai da anni vittima.

La spettacolarizzazione dell’“emergenza” migratoria da anni ha costruito diverse e apparentemente contrapposte rappresentazioni di Lampedusa quale palcoscenico simbolico sul quale far recitare i vari attori dello sfruttamento politico di quanto istituzioni sovrannazionali (NATO, UE, Frontex) e nazionali stanno da anni realizzando (senza tralasciare il ruolo delle organizzazioni “umanitarie” nella governance della frontiera).

Entro questo grande circo mediatico che comunque concorre a definire una fetta consistente di come il senso comune “conosce” e “vede” un’isola di cui tutto il mondo “parla”, non trovano spazio grandi contraddizioni e problematiche che affliggono il territorio dell’isola, i suoi abitanti, nonché il mare che bagna le coste calcaree della maggiore tra le Pelagie.

Da anni l’isola è vittima di un impressionante aumento dei fenomeni di militarizzazione del proprio territorio: col pretesto del “controllo” e della “gestione” delle migrazioni, viste come problema di ordine pubblico/umanitario, a Lampedusa sono proliferate le basi militari, i radar, le antenne ad uso militare, i mezzi navali, aerei (recentemente è iniziata anche una sperimentazione di droni ad opera della GdF, entro il progetto FRONTEX), terrestri oltrecché le presenze numeriche di militari sull’isola.

La presenza di dieci radar su un territorio di soli 22 kmq rappresenta già così un dato che rende l’idea di quanto poco sia realmente conosciuta la situazione dell’isola. L’inquinamento elettromagnetico, dovuto anche alla presenza di un’intera base dell’aereonautica equipaggiata con infrastrutture finalizzate allo spionaggio e alla guerra elettronica, si aggiunge ad altri fattori di crisi ambientale che affliggono Lampedusa: dal depuratore da anni inconcluso, all’ormai insostenibile situazione dei rifiuti, con decine di discariche abusive, anche di amianto, disseminate sull’isola.

La gestione dei rifiuti e da anni in mano ad un raggruppamento di Ditte con capofila ISEDA che oltre a pagare i propri dipendenti con ritardi che vanno dai due ai sei mesi non garantiscono un servizio adeguato, Lampedusa è tra gli ultimi comuni in Sicilia per quanto riguarda la differenziata e la discarica comunale versa in uno stato di completo caos aggravato dai recenti incendi, cominciati a ridosso di un’ispezione in seguito al sequestro della discarica nel dicembre 2018.

Nonostante la mediaticizzazione dei salvatori e dei medici “eroi”, l’isola patisce una gravissima situazione relativa all’accesso alle cure e al diritto alla salute: l’assenza di un ospedale e delle diagnostiche fondamentali (RMN, TAC), a fronte dei milioni di euro spesi per il dispositivo militare, rende costosissimo e arduo potersi curare a Lampedusa.

Quest’ultimo aspetto rende l’idea della distanza tra le contraddizioni della realtà e lo storytelling con cui viene costruita la percezione di quella realtà.

L’isola divenuta famosa e celebrata per l’“accoglienza” e i salvataggi, esaltata come la “porta d’Europa” ambita da quanti cercherebbero un mondo migliore, non dispone di strutture sanitarie in grado di poter, anche volendo, riuscire a fare nulla di quello che l’ha resa più o meno celebre. Il diritto alla salute è disatteso, a Lampedusa, che tu sia una persona “migrante” o che tu sia un “residente”.

Eppure la rappresentazione dominante è tale proprio perché difficile da contrastare, perché pervasiva, capillare, anche in quanto funzionale al suo utilizzo politico.

In considerazione di quanto detto da parte delle Brigate di Solidarietà Attiva (www.brigatesolidarietaattiva.net), di alcuni compagni del Ka-pow vintage studio e service e Luca Zulù Persico, è nata l’idea di realizzare una raccolta fondi per continuare il lavoro avviato da tanti volontari con LampedusaResiste.

Dopo aver mappato le discariche di amianto e materiali edili (qui la mappa che abbiamo realizzato https://www.google.com/maps/d/u/0/viewer?mid=1cIwsjcAca5TqKjdGWAIG3shtjIaltwc_ abbiamo inviato diverse segnalazioni alle istituzioni preposte a cui al momento non è seguita nessuna azione concreta.

Con questa campagna intendiamo raccogliere i soldi necessari per proseguire e dare maggior forza al progetto Lampedusaresiste in tutte le sue componenti.

Sensibilizzare, insieme alla popolazione dell’isola, le istituzioni al problema ambientale e sanitario della stupenda isola di Lampedusa e sulle contraddizioni che vive.

Per questo motivo realizzeremo un documentario: “Zulù” verrà a Lampedusa accompagnato dai compagni e le compagne delle BSA e del collettivo Askavusa per conoscere l’isola nei suoi aspetti positivi come la sua storia fatta di intrecci mediterranei che vede nel Santuario della Madonna di Porto Salvo il luogo cardine, i cerchi di pietra le antiche strutture megalitiche del neolitico e l’isola dei Conigli considerata una delle spiagge più belle al mondo ma anche la militarizzazione dell’isola e il suo centro di detenzione per migranti, la struttura sanitaria dell’isola e la discarica comunale.

In base all’andamento della campagna ed alla quantità delle risorse raccolte si individueranno anche una o più azioni concrete e beni materiali su cui impegnare le risorse.
Lo faremo all’interno del progetto LampedusaResiste ed attraverso questo lo faremo con il coinvolgimento diretto della popolazione dell’isola.