Sabato 5 dicembre in piazza per la Scuola!

Scuola, sanità e trasporti sono forse gli esempi più eclatanti e rappresentativi di come le scelte politiche abbiano un peso nel vissuto: aver privatizzato il servizio di trasporto pubblico locale ha voluto dire meno autobus e treni per andare a lavoro o a scuola, meno personale, meno corse, più densità sui mezzi… Chiaramente il privato non ha alcun interesse ad aumentare la capacità e la qualità dei trasporti che gestisce in base alle necessità di prevenzione sanitaria ma vuole guadagno e farà ogni cosa per ottenerlo!
Le scelte pesano, si diceva, e in effetti decenni di tagli alla sanità pubblica, trattata come una voce di bilancio da ridimensionare, hanno trasformato il diritto alla salute in una grande azienda in crisi: una grande scatola vuota, tenuta in piedi da fondi pubblici dove i privati possono e riescono a fare ciò che vogliono.
Per quanto riguarda la scuola la logica non è diversa: stanno sacrificando didattica, socialità, crescita culturale, esperienza di condivisione: la chiusura imposta è una scelta che rappresenta tutti i limiti di un sistema che può rinunciare a formazione, educazione e cultura ma non alla produzione di beni di consumo.
Anche per questo oggi ci troviamo di fronte al tetro balletto su “shopping natalizio e cenoni”.
Il problema però è non farsi trascinare in questo dibattito e tentare d’imporre un’agenda politica diversa in cui da oggi si parli di come riaprire le scuole una volta per tutte: non facciamo lo stesso errore dell’estate, quando sembrava che il problema fosse quello della disposizione dei banchi e se dovessero avere le rotelle o meno.
I problemi veri sono l’edilizia scolastica, lo svilimento della professione dell’insegnante, il disastro delle nuove graduatorie, la mancanza di personale, la completa assenza di figure che facciano della scuola un luogo di prevenzione sanitaria.
Scuola, sanità e trasporti: ci troviamo di fronte alle conseguenze immaginabili di un operato che forse non pensava di impattare sul Coronavirus, ma che coscientemente ci ha portato a questo punto.
Lo vogliamo dire e urlare: il peso delle scelte dei governi, che, in modo trasversale, hanno deciso come oggi doveva essere lo stato di salute di trasporti, sanità e scuola, è tutto sulle nostre spalle… è ora di cambiare!

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