Sabato 4 luglio Corteo serale
ore 21.00 piazza Santo Spirito

FB_IMG_1593509719668Appello verso il Corteo Serale in San Frediano: l’Antifascismo non si condanna!



ACCENDIAMO la SOLIDARIETÀ per ILLUMINARE IL CAMMINO DELLA LOTTA!
L’ANTIFASCISMO NON SI CONDANNA

Corteo da Piazza Santo Spirito
Sabato 4 luglio
21:00

Martedì 23 giugno la Cassazione ha confermato le condanne contro gli antifascisti in relazione al corteo che nel 2013 a Firenze si mosse verso la sede di Casapound.

Stiamo parlando di 15 compagni condannati ad un anno ciascuno per il “solo” reato di travisamento, a due dei quali è stato negato l’accesso alla condizionale, e del pagamento di 45 mila euro per “il disturbo” di aver fatto riunire la corte per un ricorso che essa stessa ha definito inammissibile.

Secondo noi ciò che risulterebbe davvero inammissibile sarebbe tacere e non cogliere, alla faccia loro, quella che vogliamo comunque trasformare in un’occasione di lotta per rivendicare i valori di una giustizia che in
questo Stato e nelle loro aule di tribunale mai potrà essere corrisposta.

Proprio in queste settimane le rivolte scoppiate negli Usa, a seguito dell’uccisione di George Floyd, hanno rimesso al centro del dibattito la questione degli abusi in divisa e come questi non siano opera di poche “mele marce” ma il frutto di un sistema di controllo ed oppressione ben
strutturato.

A Firenze tutto questo non può che riportarci all’omicidio di Magherini: chi uccide un uomo soffocandolo mentre chiede aiuto viene assolto e gira ancora per strada indossando una divisa, chi si organizza per rispondere ad un’aggressione fascista viene condannato.

Ancora una volta è chiaro che questo Stato non ti giudica per quel che hai fatto ma per chi sei e per cosa rappresenti: se sei lo sbirro di questo sistema, fascisti compresi, vieni assolto e protetto, se sei antagonista a questo sistema devi esser punito perché il tuo “peccato originale” sta nel fatto che questo sistema vorresti cambiarlo.

L’emergenza sanitaria ci ha messo davanti l’accelerazione violenta di un processo in atto da anni: accentramento di poteri, chiusura, controlli,
repressione e delazione vengono spacciati per “sicurezza” in una logica in cui, attraverso la paura, vorrebbero farci accettare l’autoritarismo
come necessario.

I governanti delegano continuamente a gruppi di tecnici ed esperti scelte che ricadono sulle vite di milioni di lavoratori, come se queste fossero frutto di un “sapere scientifico neutrale e superiore”. Invece a prendere queste decisioni sono persone in carne ed ossa, con un nome e un cognome, che servono la strategia della difesa dei loro interessi di classe.

La loro “sicurezza” infatti è il licenziamento degli infermieri che denunciano pubblicamente l’assenza di protezioni negli ospedali, il linciaggio mediatico ed umano delle maestre che hanno fissato un incontro al parco con gli studenti, la disponibilità a sacrificare la salute dei lavoratori per il profitto, la creazione costante e continua
di un nemico pubblico contro cui puntare il dito.

Sta a noi renderli insicuri: insicuri di poterci sfruttare a piacimento definendoci “essenziali” o “esuberi” a seconda dell’occorrenza, insicuri
di pensare sempre all’incasso socializzando le perdite e privatizzando i profitti, insicuri di potersi mangiare spazi pubblici a vantaggio di interessi affaristici, insicuri di poter coltivare i loro rapporti mafiosi, insicuri di essere intoccabili.

Dobbiamo attaccarli sul terreno politico attraverso il quale rafforzano continuamente il loro sistema di sfruttamento.

Questo è il momento per rimettere in discussione i decreti sicurezza di Minniti e Salvini e, perché no, tutto l’impianto repressivo costruito in decenni di retorica emergenziale. Infatti, oltre la facciata dello Stato democratico e della Costituzione, oggi, reati quali il travisamento, il blocco stradale e l’occupazione sono puniti in modo molto più severo di quanto non fosse durante il Ventennio fascista e questo per colpire le pratiche che al momento sono più diffuse per contrastare le loro
politiche di lacrime e sangue.

Questa è la lotta che faremo vivere e sviluppare dentro le mobilitazioni che ormai sono alle porte: un sistema che stenta a far ripartire le scuole, che continua a smantellare la sanità pubblica, che abbandona al proprio destino milioni di lavoratori, è un sistema che ha fallito ma che proprio per questo sarà sempre più feroce nel difendere i privilegi di pochi contro gli interessi della collettività.

Sta a noi smascherarlo e combatterlo senza paura.

Alla lotta!
Su la testa!
Siamo Antifascisti/Siamo Antifasciste!

Firenze Antifascista

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