VENERDÍ 23 SETTEMBRE IN PIAZZA PER IL GLOBAL STRIKE

NOI SAPPIAMO DA CHE PARTE STARE…
VENERDÍ 23 SETTEMBRE IN PIAZZA PER IL GLOBAL STRIKE

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Gli eventi atmosferici che hanno segnato l’estate appena trascorsa e che stanno segnando anche l’inizio dell’autunno ci dicono chiaramente che la questione climatica rappresenta un elemento di crisi e preoccupazione prioritaria.
Allo stesso tempo sappiamo che la questione climatica viaggia di pari passo con la crisi strutturale di questo sistema.

Il surriscaldamento globale è effetto del modo di produzione capitalista che produce sfruttamento e sempre maggiori disuguaglianze e quindi guerra per imporre egemonia militare, politica ed economica.
A questi interessi di natura imperialista è nostro compito cercare di contrapporre quelli di chi viene sfruttato con furto di tempo e salute dagli stessi che depredano e sfruttano ambiente, territorio e intere aree geografiche.
La contraddizione tra umanità e natura si sta rapidamente trasformando in antagonismo e, prima che sia troppo tardi, può essere risolta soltanto da un profondo cambiamento del sistema di rapporti economici e quindi sociali.
Non esiste altra via che la lotta per salvare l’umanità.

Il dibattito elettorale che nelle ultime settimane continua ad inquinare coscienze e intelligenze è l’ennesimo specchietto per le allodole al fine di rimandare ogni reale cambiamento: al massimo un frullato di semplificazioni e promesse che verranno inghiottite dalla dichiarazione dell’ennesimo stato d’emergenza per l’approvvigionamento energetico.
Ancora una volta ci stanno dicendo che siamo tutti sulla stessa barca, che dobbiamo ridurre i consumi e si sprecano i consigli su come cuocere la pasta a fuoco spento o scaldarsi nonostante il razionamento del gas.
Ancora una volta la crisi viene scaricata verso il basso e l’aumento delle bollette ne sono esempio emblematico.
L’ENI continua ad incamerare gas il cui prezzo è bloccato perché contrattato anni fa, ma lo sta rivendendo sul “libero mercato” dei monopoli e degli oligopoli al prezzo di mercato determinato dalla speculazione sul mercato finanziario dove ormai si scommette sulla futura scarsità delle materie prime.
Per milioni di lavoratori e lavoratrici gli aumenti in bolletta saranno insostenibili visto anche che si accompagnano anche all’aumento del costo del mutuo, degli affitti, dei servizi e del costo dei beni di prima necessità.
Allora, ancora una volta, verranno a dirci che per abbassare i prezzi dobbiamo sacrificare salute e ambiente per avere “indipendenza energetica” e ciò si ritradurrà in trivellazioni, estrattivismo, rigassificatori, termovalorizzatori e nucleare conditi da qualche pala eolica e pannello solare.

Dobbiamo avere la forza e il coraggio di dire “Basta!” rilanciando la campagna contro gli aumenti in bolletta, rifiutando l’arruolamento in guerra e imporre un’inversione di tendenza nella scuola, nella sanità e nel trasporto.
Dobbiamo ripensare la nostra società e il nostro territorio a partire dalla produzione di beni di prima necessità e dalla stessa produzione alimentare fino alla sua distribuzione: questioni che già stiamo affrontando assieme al Collettivo di Fabbrica e a Genuino Clandestino.

Con questo spirito e questa spinta saremo in piazza Santissima Annunziata venerdì 23 settembre alle ore 9.30 nella manifestazione promossa da Fridays For Future in occasione del Global Strike.

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